Luci rosse e un'orchestra stonata
con i soldi contati
andavamo a ballare in città
nei sobborghi l'odore del fieno
saliva su al cielo
e i bambini l'estate cantavano già
quella dolce mia calda stagione
ogni tanto si affaccia
e rimane padrona di me
e lì al corso quel vecchio che suona
è fermo nel tempo
a una vita com'era e non come è
orizzonti più grandi ce n'è
anche adesso che sto qui con te
ma il mio ruolo di uomo qual è
risalire di corsa quel colle
arrivare più in su senza fiato
tanto poco la vita mi ha dato
il silenzio è un richiamo per me
e mi spinge a fuggire lontano
non t'illudi con nuove emozioni
stai fuggendo te stesso ma invano
orizzonti più grandi ce n'è
anche adesso che sto qui con te
ma il mio ruolo di uomo qual è
risalire di corsa quel colle
arrivare più in su senza fiato
tanto poco la vita mi ha dato
orizzonti più grandi ce n'è
Nome album | anno | tipo |
---|---|---|
La calda stagione | 1987 | LP |
Questa canzone racconta di quando andavo a ballare in balera. In mezzo alla sala c'era un palo, e mentre si ballava un addetto veniva a sfilarti un biglietto dal taschino della giacca. Si pagava solo se ballavi, e si comprava un biglietto per ogni ballo. E dovevi ballare bene, altrimenti quando invitavi una ragazza ti diceva di no! A me piaceva molto ballare, ed ero anche andato a scuola di ballo. Questo è tornato molto utile a bordo delle navi: alla sera noi ufficiali indossavamo il "pinguino" e dovevamo invitare le passeggere a ballare, altrimenti si offendevano... Il "vecchio che suona" è il cieco che suonava in via Luccoli a Genova.
"Gianni Belfiore per me è uno dei più grandi scrittori mai esistiti in Italia negli ultimi cinquant’anni. È bravissimo"Julio Iglesias